Test funzionali

Test da sforzo

Prove da sforzo fisico cardiologiche e per soggetti allergici e asmatici

Studio della reattività bronchiale

Si definisce iperreattività bronchiale l’esagerata risposta broncocostrittrice ad una varietà di stimoli specifici ed aspecifici.

Essa è una caratteristica fondamentale, anche se non esclusiva, dell’asma. Altre condizioni che possono determinarla sono le infezioni virali delle vie aeree (IRR), il fumo, l’inquinamento, ecc.

Indicazioni

• L’esecuzione di un test di provocazione è indicata nei casi in cui vi è un sospetto di broncoreattività con un quadro clinico incompleto. Ciò accade soprattutto nel bambino, nel quale l’asma può presentarsi con sintomi atipici e senza un’obiettività caratteristica.

Tipi di test di provocazione

Lo studio della reattività bronchiale si effettua determinando una ostruzione bronchiale controllata tramite dei test di provocazione che possono essere effettuati con stimoli chimici (metacolina, istamina), fisici (esercizio fisico, inalazione di soluzione salina ipertonica, inalazione di acqua distillata, iperventilazione di aria fredda) farmacologici o non farmacologici o immunologici (allergeni).

  • Test con stimoli chimici – Il test con metacolina è il test farmacologico più sensibile e più riproducibile. Si esegue somministrando dosi crescenti di farmaco per via inalatoria (in ambiente ospedaliero). L’indice di positività generalmente usato è il PD20 che equivale alla dose in grado di provocare una riduzione del FEV1 di almeno il 20%.
  • Test con stimoli fisici – Il più usato è il test da sforzo fisico.
  • Test con allergeni – Sono sconsigliati in pediatria.

Interpretazione

La risposta ad un test di provocazione viene espressa come diminuzione percentuale di un determinato parametro respiratorio (FEV1 o PEF) rispetto al valore basale.

Il test di provocazione non deve essere effettuato in presenza di un FEV1 basale < 70% o di fattori in grado di alterarne l’esito (IRR, broncodilatatarori, FANS).

Si calcola che i test di provocazione siano alterati nel 10-15% della popolazione generale, ma solo la metà dei soggetti positivi farà l’asma.

Test da sforzo fisico

Lo sforzo, ed in particolare la corsa, può essere considerato un trigger naturale dell’asma.

Il test da sforzo è meno sensibile del test con metacolina: da solo individua circa il 65-70% dei soggetti asmatici. Il test alla metacolina, invece, individua circa l’80% degli asmatici ma è meno specifico (è positivo anche in un piccolo numero di soggetti non asmatici). Associando i due test la predittività per la diagnosi di asma (iperreattività) arriva al 100%.

I parametri respiratori che possono essere usati per questo test sono il PEF od il FEV1: di solito si preferisce il primo perché è un test semplice che richiede una minore collaborazione da parte del paziente.

Condizioni preliminari per lo svolgimento del test

  • Non broncostruzione acuta: PEF (o FEV1) non inferiore al 70% di quello teorico per l’età
  • Non infezione respiratoria nelle due settimane precedenti.
  • Sospensione dei farmaci: broncodilatatori e cromoni da 12-24 ore; antistaminici da 72 ore.

Modalità di svolgimento del test

  • Ambiente chiuso e tranquillo con temperatura ed umidità non troppo elevate
  • La durata dello sforzo è di almeno 6 minuti
  • Lo sforzo è considerato efficace se alla fine della corsa la frequenza cardiaca è uguale o superiore a quella target per età e sesso.
  • La corsa si interrompe se interviene asma durante lo sforzo.

Valutazione della risposta

Il test è considerato positivo se:

  • se si osserva una caduta del PEF (o del FEV1) >/= 15%
  • se la corsa è interrotta da accessi subentranti di tosse (che impediscono la misurazione del PEF) o da un episodio conclamato di broncospasmo.

In questo Istituto viene effettuato solo il Test da sforzo fisico con monitoraggio in continuo dell’ECG.

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