Discorso inaugurale del Direttore Dott. Sergio Califano
Pubblicato il 10 Dicembre 2005
Cari Amici,
Quando, ormai circa due anni orsono, l’imminente trasferimento della sede impose alla nostra attenzione la documentazione cartacea che nel corso degli anni era stata accantonata spesso alla rinfusa nella soffitta dell’Istituto alle Cascine e in tempi più recenti anche nei locali adibiti ad archivio e biblioteca, si decise con poche esitazioni di cogliere l’opportunità certamente irripetibile per procedere al suo riordino.
Ma nel corso di questo lavoro certosino ben presto apparve evidente dall’esame dei documenti il filo logico e cronologico di una storia, fatta soprattutto di uomini che in nome di un’idea, o meglio di un’ideale, hanno speso non invano la loro vita per tradurre un sogno in realtà, e pervasa dalle vicende di oltre mezzo secolo di medicina e sport, parte integrante del bagaglio di conoscenze ed esperienze di tanti di noi.
Una storia degna di essere raccontata così come appariva dalla lettura della corrispondenza, degli atti pubblici ed interni, senza retorica, risultante dal contributo di tanti uomini, medici e non, tutti accomunati da un grande amore per lo sport e dalla convinzione più che l’intuizione che la medicina potesse e dovesse essere di aiuto agli atleti, da un lato per garantirne il più possibile il benessere, dall’altro per ottimizzarne la performance.
Da coloro che intrapresero questa avventura anche con un pizzico di incoscienza, ma con alte motivazioni ideali giunge una lezione da non dimenticare, anzi da esaltare in questi tempi moderni troppo condizionati dalla mercificazione dell’agire, spesso priva di contenuti ideali e come tale effimera.
In questo contesto è risaltato anche il ruolo fondamentale delle Istituzioni, senza le quali l’Istituto certamente non sarebbe divenuto quello che tutti conosciamo: il C.O.N.I. e la Federazione Medico Sportiva Italiana che tanta parte ebbero nella sua fondazione e sviluppo per quasi quattro decenni, il Comune di Firenze che contribuì in modo sostanziale al completamento della sede delle Cascine e per molti anni ne ha tangibilmente riconosciuto l’importante ruolo sociale di supporto allo sport, la Provincia di Firenze partner in diverse iniziative di promozione degli stili di vita che hanno precorso i più attuali e consolidati orientamenti, la Regione Toscana che lo ha sempre considerato tra gli interlocutori naturali, l’Università degli Studi di Firenze, dal lontano 1956 referente privilegiato per lo sviluppo delle attività didattiche e di ricerca scientifica, che ha supportato sin dagli esordi il laboratorio antidoping e per molti anni, anche in tempi relativamente recenti, ha utilizzato la struttura per il completamento del percorso formativo degli specializzandi in medicina dello sport.
Sia consentita però una citazione particolare per tre realtà sportive che tanta parte hanno avuto nella nostra storia: la Federazione Ciclistica Italiana il cui ruolo fu determinante per la realizzazione del primo ambulatorio di medicina dello sport in Firenze -nucleo fondante dell’Istituto- e con la quale peraltro il legame si è andato sempre più consolidando negli anni nel comune intento di combattere la piaga del doping, ambito nel quale l’Istituto da sempre e tuttora continua a distinguersi, il Club Sportivo di Firenze, senza il quale probabilmente il Centro di Medicina dello Sport avrebbe avuto una collocazione diversa e meno prestigiosa delle “Cascine” e la Federazione Italiana Giuoco Calcio il cui apporto fu fondamentale nella qualificazione del Laboratorio Antidoping di Firenze ai suoi albori e che attinse dall’Istituto le energie per sviluppare il Centro Tecnico Federale di Coverciano.
Più che doveroso è poi sincero e convinto il ringraziamento a Eugenio Giani e Giuseppe D’Eugenio, che con grande sensibilità ci hanno incoraggiato e supportato curando la stampa della pubblicazione, così confermando il forte legame esistente tra il Comune di Firenze e l’Istituto, e a tutti gli Amici, molti dei quali sono qui presenti e anche di questo li ringraziamo (ma gli assenti hanno tutti inviato il loro saluto), che con entusiasmo e calore ci hanno testimoniato nella pubblicazione cosa “pensano di noi”, rendendoci orgogliosi, ma ancora più consapevoli del ruolo assunto dall’Istituto e delle nostre responsabilità nella prosecuzione dell’opera intrapresa 55 anni orsono.
Da un punto di vista personale devo aggiungere che i risvolti per me appassionanti nella ricostruzione sono stati la progressiva definizione di una realtà di grande spessore, dove il contributo di tanti, medici e non, in questa occasione accomunati in un unico grande abbraccio è stato determinante molto più di quanto si possa immaginare (si pensi solo che per i primi 16 anni tutti i medici hanno lavorato gratuitamente per finanziare il progetto delle Cascine), e la “riscoperta delle radici”, cioè delle motivazioni originarie che ancora oggi risultano in gran parte attuali e rappresentano un ulteriore incentivo a scrivere altri capitoli di questa bellissima vicenda essendo sempre più convinto che la memoria storica è sinonimo di identità e che il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei loro sogni.
Infatti non è casuale che oggi siamo a festeggiare insieme questo significativo traguardo nella splendida cornice di un centro che ci piace definire “per la salute”, più che fitness o wellness, nel quale l’Istituto trova la sua collocazione direi naturale, essendo ormai unanimemente riconosciuto il ruolo dell’attività fisica nella prevenzione e cura di importanti e diffuse malattie (quali l’ipertensione, il diabete, l’osteoporosi, l’obesità, molte cardiopatie) e più in generale nel concorrere al benessere psico fisico dell’individuo.
E’ per questo che quando l’amico Giorgio Moretti, oggi nostro ospite al quale va il mio saluto e ringraziamento, alcuni anni orsono ci contattò, individuando nel nostro Istituto il partner d’elezione per una riconversione non banale di questo complesso (è stato ricordato, una ex fabbrica militare), nella quale con felice intuizione, tanto coraggio e un pizzico di incoscienza, forse pari a quella dei nostri fondatori, vedeva coniugati gli aspetti di prevenzione sanitaria e di promozione dell’attività fisica in una offerta qualificata in favore di tutta la popolazione, fummo colpiti e affascinati da questa visione e comprendemmo di essere giunti ad una svolta almeno pari a quella della fondazione.
Infatti non di semplice trasferimento si è trattato, ma dell’interpretazione di un ruolo assolutamente nuovo nel contesto descritto, sia pure senza perdere di vista le nostre origini e le nostre attività in favore degli sportivi, che rappresenteranno sempre il nostro punto di riferimento privilegiato, perché la nostra storia (dell’Istituto e personale) è nello sport e per lo sport.
E’ peraltro nostra intenzione valorizzare al massimo le opportunità determinatesi con la nuova sede (esempio paradigmatico è la realizzazione del nostro “sogno nel cassetto” di creare una struttura fisioterapica all’avanguardia) e con la nuova Legge regionale (la L.R. 35/2003) che tratteggia una Medicina dello Sport non più solo medicina degli atleti e dell’agonismo, ma medicina del “benessere psicofisico” che ha come sua finalità prevalente la prevenzione della malattia ed il mantenimento delle migliori condizioni di salute possibili. Il che ci consente di mettere a disposizione di tutta la popolazione la nostra esperienza, in un auspicabile e già per molti aspetti avviato rapporto con i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e gli altri specialisti.
Ma la continuità ideale e sostanziale dell’attuale Direzione con chi ci ha preceduto si esprime anche attraverso la volontà di riaffermare con forza il nostro ruolo “sociale” e la nostra missione rivolgendo maggiore attenzione alle fasce di popolazione più deboli. In questo senso risulterà particolarmente efficace la sinergia che già si sta costituendo con gli Enti di promozione sportiva, soprattutto per quanto riguarda la così detta terza età, e quella da sviluppare con gli enti locali.
Come pure intendiamo, confortati e onorati da quanto espresso dal Prof. Gensini nel suo graditissimo contributo alla pubblicazione, interagire positivamente con le strutture accademiche rinnovando quel legame che già in passato ha avuto momenti di elevata intensità, e che certamente nel futuro potrà rappresentare un elemento di ulteriore spinta e di ulteriore crescita dell’attività dell’Istituto nell’ottica di una qualità costantemente elevata.
La sfida insomma continua e da parte nostra con lo stesso afflato ed entusiasmo di quei medici che 55 anni fa ebbero l’intuizione, il coraggio e la determinazione di fondare per poi consegnare con il loro lavoro e la loro passione alla città e alla storia l’Istituto di Medicina dello Sport di Firenze.