Dolori articolari e muscolari: combatterli con l’attività fisica?

Le cause più frequenti di dolori articolari e muscolari sono l’artrite e l’artrosi, malattie che provocano sintomi dolorosi piuttosto intensi, che possono al più essere contrastati dalle terapie oggi disponibili.

Quando le articolazioni smettono di funzionare bene, e vanno incontro ad artrite o ad artrosi, e indipendentemente dal processo che le determina, la conseguenza più probabile è una progressiva immobilizzazione. Clinicamente questo si traduce in perdita di funzionalità, cioè il progressivo venir meno della capacità di svolgere autonomamente le normali attività quotidiane, abbassamento della qualità della vita e aumento del rischio di sviluppare altre patologie legate a uno stato di salute comunque compromesso. Prevenire questo stato di cose ed evitare di perdere la funzionalità residua è possibile, terapie e riabilitazione sono gli strumenti fondamentali a disposizione del paziente e raccomandati dalle linee guida.

Diversi studi scientifici hanno tentato di stabilire quali tra i molti possibili fattori di rischio siano più strettamente associati alla perdita di funzionalità. Quelli più frequentemente associati sembrano essere innanzitutto le altre malattie concomitanti, soprattutto diabete, ictus e perdita della capacità visiva sul piano organico, depressione e declino cognitivo sul piano mentale, con una incidenza comprensibile dell’età avanzata.

Tuttavia, il fattore di rischio più largamente rappresentato è la mancanza di esercizio fisico rigoroso, cioè dell’attività fisica che si svolge con metodo e qualità e quantità ben definite. La grande maggioranza dei pazienti osservati che hanno visto peggiorare le proprie abilità fisiche non svolgeva alcun tipo di esercizio, o comunque non in misura significativa.

Una delle raccomandazioni più stressate è quindi di fare attività fisica, indipendentemente dalla terapia o gestione definite per la malattia. Molti studi hanno valutato gli effetti dell’esercizio fisico, inteso come movimento del corpo che comporta un dispendio energetico e articolato in movimenti ripetuti, strutturati e pianificati con l’obiettivo di migliorare e mantenere un benessere fisico. Il risultato generale erano benefici a vari livelli: migliore funzionalità fisica, migliore controllo del dolore, senza effetti negativi sul decorso del disturbo.

Tuttavia a queste evidenze non corrisponde una realtà congruente di pazienti che frequentano o seguono programmi di attività fisica. Una ulteriore conferma di ciò si è avuta da una recente revisione dell’argomento pubblicata dalla rivista Best Practice and Research Clinical Rheumatology: la migliore strategia resta sempre e comunque la fisioterapia, ma anche altri approcci che non prevedono esercizi possono funzionare.

I ricercatori del Dipartimento di Fisioterapia del Kings College di Londra hanno passato al setaccio i risultati ottenibili in caso di artrosi e patologie reumatiche con un’ampia serie di metodi diversi dalla fisioterapia, partendo tuttavia dal dato di fatto secondo cui l’esercizio fisico guidato dal terapeuta è il mezzo migliore per alleviare il dolore e migliorare la funzionalità delle articolazioni a fronte di costi accettabili.

Tutte le altre tecniche non possono vantare la stessa mole di dati a favore: evidenze positive risultano comunque nell’artrosi (ma non nell’artrite reumatoide) per la termoterapia che consiste nell’aumentare o diminuire la temperatura a livello dei tessuti e delle articolazioni interessate dal dolore (il che si può ottenere con diverse strumentazioni, tra le quali particolarmente efficaci sono la TECAR, l’ipertermia, la criotermoterapia…) e nell’artrosi, artrite reumatoide e osteoporosi della stimolazione elettrica neuromuscolare transcutanea (TENS), per cui esistono prove certe di efficacia.

La conclusione comunque è che “l’approccio fisioterapico, il più efficace, richiede impegno per modificare lo stile di vita, muoversi, controllare il peso.”

Nel nostro Istituto vengono attuati programmi personalizzati di attività fisioterapica per pazienti artrosici e artritici che integrano le più recenti acquisizioni dell’idrochinesiterapia con la tradizionale attività in palestra e strumentale.

 

 

 

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